Il primo passo per comprendere il telelavoro consiste probabilmente nel riconoscimento delle diverse tipologie di telelavoro. Classificare quest'ultime presuppone, del resto, un preventivo accordo sui parametri di classificazione. Storicamente tale parametro è stato costituito dalla localizzazione: "dove" ha luogo il telelavoro.

Tuttavia tale approccio risulta limitante, laddove si consideri, in primo luogo, che il telelavoro non è unicamente lavoro a distanza e secondariamente che, anche tra i lavori a distanza, possono intervenire ulteriori e più sofisticate categorizzazioni.

Pertanto, risulta utile prendere in considerazione accanto a quello spaziale, altri criteri di classificazione che permettano di avere una panoramica più completa delle possibili forme di telelavoro.

A nostro avviso, i parametri rilevanti sono i seguenti:

  • lo Spazio: dove ha luogo il telelavoro;

  • il Tempo: quanta parte del tempo lavorativo si trascorre a telelavorare;

  • lo Status di impiego del telelavoratore;

  • le Forme di telelavoro, siano esse individuali o collettive.

Sulla base del primo parametro, ossia dello spazio, si possono individuare varie tipologie di telelavoro:

  • il TELELAVORO A DOMICILIO (home office);
  • il TELELAVORO MOBILE (mobile work);
  • l'UFFICIO SATELLITE;
  • i TELECENTRI e TELECOTTAGES;
  • l'UFFICIO VIRTUALE;

Il TELELAVORO A DOMICILIO, storicamente rappresenta la prima forma di telelavoro su cui sono stati condotti degli studi e delle sperimentazioni approfondite, ed è, senza dubbio, la massima forma di "decentramento" del lavoro.

Il telelavoratore a domicilio svolge la propria attività prevalentemente presso la propria abitazione, interagendo con il proprio datore di lavoro attraverso diversi strumenti di comunicazione (telefono, fax, Internet,…).

E' anche la forma che comporta la maggiore dispersione dei lavoratori rispetto alla sede aziendale e può essere realizzata con modalità differenti fra loro: in merito alla formula contrattuale (lavoro dipendente, lavoro parasubordinato, prestazioni di liberi professionisti), con riferimento alle modalità di collegamento con l'ufficio centrale (connessione telematica o meno), in relazione al contenuto della prestazione (basso o alto contenuto professionale), riguardo ai vincoli spaziali (lavoro solo a domicilio o alternanza con la presenza in sede) e temporali (orari e giorni di lavoro rigidamente fissati o gestione flessibile del tempo).

Non è tuttavia necessario, perché vi sia telelavoro a domicilio, che si utilizzino le nuove tecnologie della comunicazione. Il magistrato che porta le proprie pratiche a casa e le sbriga tra le proprie mura domestiche, svolge a tutti gli effetti un lavoro a distanza. Poi quando sente l'esigenza di consultarsi con i propri capi, con i propri colleghi, con la propria cancelleria può sempre ricorrere al telefono o alla rete telematica1.

Neppure è necessario che il lavoratore trascorra tutto il proprio tempo lavorativo nella propria abitazione. In effetti la maggior parte delle imprese predilige la soluzione chiamata "telelavoro alternato", in cui i dipendenti lavorano da casa solo una parte del tempo, trascorrendo il resto in ufficio o in trasferta.

Da più parti, in particolare dal mondo sindacale, è stata espressa la preoccupazione che il telelavoro a domicilio possa presentare "pericoli" di sfruttamento per il telelavoratore, il quale, non trovandosi a contatto con le rappresentanze dei lavoratori, vede diminuire la propria tutela. Questa problematica, comune peraltro a molte forme di telelavoro, verrà approfondita compiutamente nei capitoli successivi.

Occorre tuttavia precisare, in questa sede, che il telelavoro a domicilio non va confuso con il lavoro a domicilio, così come definito nella legge 18/12/1973 n.877 riguardante le "Nuove norme per la tutela del lavoro a domicilio". Le poche sperimentazioni effettuate in Italia in questa direzione prevedono che il lavoratore sia già inquadrato nell'azienda come "forza lavoro" e pertanto sia un dipendente a tutti gli effetti che accetti volontariamente di sperimentare il telelavoro.

Il TELELAVORO MOBILE, costituisce la soluzione tipicamente adottata da tutti quei lavoratori che non hanno una sede fissa di lavoro, ma sono costretti, per le proprie mansioni a spostarsi da un luogo all'altro.

Agenti di vendita, personale di assistenza, tecnici informatici, ingegneri e molti dirigenti sono tra quelli che possono adottare questa forma di telelavoro.

Attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione queste figure professionali possono venire dotate di un vero e proprio UFFICIO MOBILE (spesso costituito da un computer portatile dotato di scheda modem e da un telefono cellulare che permette la connessione ad INTERNET o alla EXTRANET aziendale), che consenta loro di utilizzare i normali pacchetti applicativi di office automation, di scambiare documenti attraverso la posta elettronica, di utilizzare strumenti quali il trasferimento di file e l'emulazione di terminale dovunque essi si trovino.

Un aspetto da non trascurare in questo scenario, è quello della sicurezza dello scambio di informazioni tra azienda e telelavoratore mobile: divengono pertanto fondamentali i servizi di autenticazione per il controllo degli accessi e i programmi antivirus che proteggono le informazioni da possibili programmi distruttivi.

L'UFFICIO SATELLITE è rappresentato da una sede decentrata dell'azienda collegata alla sede principale mediante una rete telematica.

E' una forma collettiva di telelavoro, dal momento che più lavoratori svolgono le proprie funzioni a distanza in un ufficio distaccato rispetto alla sede aziendale, e ricorda molto da vicino la tipologia tradizionale dell'ufficio di filiale presente da tempo nelle organizzazioni aziendali. Va sottolineata tuttavia una sostanziale differenza. Gli uffici di filiale hanno il compito di occuparsi sotto ogni aspetto dei bisogni dei mercati locali nei quali vengono dislocati. Ciò impone di ricreare, in loco, molte delle funzioni presenti nelle sedi centrali: amministrazione, marketing, direzione, personale, ecc.

Viceversa gli uffici satellite possono svolgere la propria funzione orizzontalmente rispetto all'intera organizzazione, pur essendo situati lontano dagli uffici centrali. Può cioè venirgli assegnata una intera funzione aziendale (progettazione, contabilità, ecc.) che essi svolgono a distanza in favore di tutta l'impresa.

Casi tipici sono costituiti dai call centers istituiti a distanza da numerose aziende di credito per gestire direttamente le operazioni con i clienti; oppure, su scala più ampia, gli uffici contabili o i centri specializzati nella programmazione o nell'elaborazione dei dati creati da numerose aziende multinazionali in zone geograficamente lontane (casi tipici sono quello della Swissair che ha dislocato i propri reparti di contabilità nella regione indiana di Bangalore, o quello di numerose software house americane che si avvalgono della collaborazione di programmatori residenti in aree del Sud Est asiatico). Si parla, in questi casi, di TELELAVORO OFF-SHORE, che consiste nella creazione di uffici satellite in quei paesi caratterizzati da costi molto bassi del personale, delle connessioni telefoniche o dell'affitto dei locali, per cui un'azienda può trovare particolarmente conveniente, dal punto di vista economico, impiantare in questi luoghi delle sedi o utilizzare delle strutture già esistenti.

Tale fenomeno mostra le prospettive globali offerte dal telelavoro, pur gettando un'ombra inquietante sulle ripercussioni occupazionali nei paesi di origine e sulla possibilità di un livellamento generale verso il basso dei salari dei lavoratori.

I TELECENTRI e TELECOTTAGES sono strutture dotate di strumenti informatici e di tecnologie della comunicazione aperte all'utilizzo di lavoratori e cittadini per lo svolgimento della loro attività. In questo modo, tanto le aziende quanto i lavoratori autonomi utilizzano tale struttura senza dover impegnare ingenti risorse economiche per l'affitto di locali e l'acquisto di apparecchiature.

I telecentri sono stati spesso considerati come un importante fattore di supporto allo sviluppo economico di aree periferiche o economicamente svantaggiate, facendo emergere l'importanza del telelavoro come volano per l'economia di intere zone depresse.

Terminologicamente le due parole, telecentro e telecottage, vengono spesso utilizzate come sinonimi, tuttavia esistono alcune sottili ma importanti differenze messe in luce dall'European Telework Development Initiative: il telecottage è solitamente un struttura pubblica creata con lo scopo di favorire l'insegnamento, l'accesso alla tecnologia, l'accesso al lavoro per comunità economicamente svantaggiate. Si pone maggiore enfasi sul "sostegno sociale" all'utente che può utilizzare la struttura sia per il proprio lavoro, sia per frequentare corsi, sia per il proprio tempo libero. Il movimento dei Telecottages nasce, non a caso, in Svezia, paese nel quale le distanze fisiche tra le varie comunità locali sono molto rilevanti ed è stato successivamente esportato principalmente nel Regno Unito, dove si contano attualmente più di 200 telecottages.

Un telecentro è generalmente una struttura nata sulla base di una specifica iniziativa commerciale e pertanto orientata in massima parte alla soluzione dei bisogni della clientela privata, alla quale tende ad offrire un ambiente di lavoro ben organizzato, sicuro e tecnologicamente all'avanguardia. In questo senso i telecentri ricordano quei "serviced offices" che già esistono da molti anni, ma, rispetto a questi, pongono maggiore enfasi sulla fornitura di stazioni di lavoro e di strutture ad alta tecnologia d'informazione.

Sia telecentri che telecottages, forniscono comunque una serie di servizi di base che consentono di:

  • scambiare documenti elettronici;
  • accedere ad applicazioni installate localmente o sul sistema informativo della propria azienda;
  • svolgere lavoro cooperativo mediante strumenti specifici;
  • videocomunicazione personale con condivisione di documenti;
  • accesso ad Internet;
  • utilizzo di caselle postali personalizzate (voce, fax, e-mail);
  • pubblicazione su Internet di pagine Web;
  • videoconferenza;
  • assistenza tecnica o formativa;
  • formazione in aula o in rete.

UFFICIO VIRTUALE. Con tale denominazione si indicano tutte quelle situazioni nelle quali l'azienda realizza un tale decentramento del lavoro da arrivare al punto di non avere più bisogno di una vera e propria sede fisica.

Ad eccezione di alcuni casi limite (come ad esempio quelli di piccole imprese che agiscono in settori del new-economy nei quali la contemporanea presenza dei lavoratori nella stessa sede non è necessaria), l'azienda completamente "virtuale" sembra un'ipotesi ancora piuttosto remota.

Più realistico è il caso di un'azienda che decida di creare delle "filiali" virtuali. Per una piccola impresa che voglia creare un proprio ufficio vendite all'estero, non è più necessario impiantare fisicamente una sede nel mercato prescelto. La tecnologia attuale permette infatti di creare un ufficio virtuale costituito semplicemente da un numero telefonico locale destinato ai clienti dell'area prescelta; le telefonate in entrata verranno poi automaticamente smistate all'ufficio centrale nel paese di origine.

Passando ora dalla variabile spaziale a quella temporale, si può agevolmente rilevare che non tutti coloro che telelavorano lo fanno a tempo pieno. Abbiamo già accennato alla pratica del "telelavoro alternato". Prendendo in esame il fattore tempo, la società inglese di consulenza Management Technology Associates ha sviluppato un'utile classificazione dei telelavoratori, a seconda del tempo che passano telelavorando:

  • Telelavoratori saltuari: sono coloro che telelavorano a sufficienza per essere correttamente inseriti nella categoria dei telelvoratori, ma non abbastanza perché questa diventi una routine consueta nel loro modo di lavoro, tanto che l'ufficio resta comunque il luogo principale dove essi svolgono la loro attività;

  • Telelavoratori sostanziali: per costoro il telelavoro è divenuto a tutti gli effetti un aspetto di routine nel loro modo di lavorare. Continuano a lavorare in ufficio ma hanno anche stabilito una consuetudine di lavoro a casa o a distanza, tanto che nella maggior parte dei casi, hanno a disposizione delle specifiche attrezzature da ufficio;

  • Telelavoratori primari: sono coloro per i quali il telelavoro è divenuto la modalità di lavoro principale, se non unica. La loro eventuale presenza in ufficio è solamente sporadica. Hanno generalmente a disposizione un'attrezzatura da ufficio completa.

Lo Status di impiego sarà oggetto di specifica trattazione nel capitolo terzo, tuttavia sulla base di tale parametro è possibile effettuare una preventiva distinzione tra tre tipologie di telelavoratori:

  • Telelavoratori dipendenti: il loro contratto di impiego contempla la casa del dipendente come luogo di lavoro, oltre, o in alternativa all'ufficio aziendale;

  • Telelavoratore autonomo o freelance: è colui che presta la propria collaborazione professionale ad una azienda senza essere specificamente vincolato da un contratto di lavoro subordinato o parasubordinato. E' il tipico caso di traduttori, giornalisti, fotografi che non avendo a disposizione un proprio ufficio decidono di telelavorare da casa o da un telecentro;

  • Telelavoratore informale: il singolo dipendente e i suoi dirigenti intravedono i vantaggi derivanti dal telelavoro e lo adottano anche se formalmente non è parte del loro contratto di impiego.

Si deve, infine, ad Ursula Huws, consulente e studiosa di telelavoro, la distinzione tra forme di telelavoro individuali e collettive.

Secondo la sua analisi, la prima categoria include:

  • telelavoro svolto parzialmente da casa per un unico datore di lavoro;
  • telelavoro svolto interamente a casa per un unico datore di lavoro;
  • lavoro svolto interamente a casa per diversi datori di lavoro;
  • varie forme di lavoro da luoghi diversi o lavoro mobile.

La categoria delle forme collettive di telelavoro include:

  • la riallocazione delle funzioni di supporto per il lavoro dell'ufficio in altre regioni o paesi (riallocazione intra-aziendale);
  • il sub-appalto per le funzioni di supporto (inter-aziendale includendo l'uso di telecottages e business centre);
  • lavoro di gruppo - lo sviluppo di lavoro di gruppo distribuito all'interno dell'organizzazione, lavoro fatto in collaborazione tra imprese diverse, attraverso lo scambio elettronico di dati e network di piccole e medie imprese e individui, collegati tra loro via ICT.

 

[1] L'esempio è riportato in Domenico De Masi "Il futuro del lavoro"